“I modi di fare sono il mio metodo per raccontare il perché delle cose che faccio a partire da procedure concettuali, materiali e di ricerca svincolate da aspetti estetici, formali, funzionali o tecnologici del progettare. Modi di affrontare e risolvere il tema del progetto non convenzionali, arbitrari, illogici e inaspettati. Fare a metà, fare troppo, fare storie, fare facce, fare furti, fare niente…”

– Franco Raggi

Fare… Franco Raggi, il film realizzato in occasione della mostra “Franco Raggi. Pensieri instabili” che la Triennale Milano ha dedicato all’architetto e designer milanese dal 6 febbraio al 13 aprile 2025, propone un viaggio alla scoperta dell’opera di Franco Raggi, una figura eclettica, non codificabile in uno stile, che spazia tra architettura, design, curatela ed editoria. Fin dai primi anni della sua lunga carriera, Raggi indaga relazioni impreviste, in modo anticonvenzionale e non accademico

Laureato nel 1969 alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, inizia la sua carriera nello studio Nizzoli Associati e approda al mondo editoriale all’inizio degli anni Settanta – prima in Casabella e poi in Modo, che dirige nei primi anni ’80, veri e propri laboratori creativi sulle teorie del design e dell’architettura – e nell’ambiente sperimentale e provocatorio delle Avanguardie Radicali, dalle quali ha tratto un approccio provocatorio e riflessivo, capace di mettere in discussione le certezze del progetto.

Ma chi è veramente Franco Raggi? Cosa lo definisce, se il suo lavoro spazia dalla piccola alla grande scala, dalle scenografie per performance e spettacoli teatrali agli allestimenti museali? Nel film, Raggi – io-narrante e al tempo stesso protagonista del film – si racconta in presa diretta, definendosi in base ai suoi “modi di fare”. Un fare che è modalità di costruzione del progetto, ma anche di pensiero e del proprio sé. Fare Franco Raggi è essere Franco Raggi.

Il film è quindi suddiviso in capitoli, organizzati attorno ai modi di fare”, una serie di procedure fondate sul paradosso, l’ironia, l’accostamento creativo, attraverso cui Raggi esplora in modo giocoso il tema del design e della progettazione. “Fare storie, fare facce, fare troppo, fare furti…”. Nel racconto, “i modi di fare” vengono astratti dal loro contesto originale e trasposti in situazioni di vita quotidiana, filo conduttore per introdurre temi e opere di design che nascono da queste intuizioni: la lampada “Flûte” per FontanaArte (1999), una delle tante collezioni disegnate per l’azienda di illuminazione, la “Nobrocca” per Terreblu (2003), la collezione “Vasovasi” per Danese (2004), il candelabro “Scongiuri” per Cyprus (2014), i progetti per Barovier&Toso, Cappellini, Artemide, Luceplan, Poltronova.

Parallelamente, si sviluppa una narrazione ambientata all’Isola d’Elba, dove Raggi realizza un’opera per la casa radicale dell’amico architetto Gianni Pettena, vicino a quelle di maestri e amici, come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Ugo Marano, con cui Raggi ha condiviso momenti significativi del proprio percorso professionale.

Il viaggio verso Casa Pettena all’Elba appare allo spettatore come una sorta di “madeleine” del narratore-creatore Raggi, un ricordo affettivo e professionale felice, un ritorno a quei meravigliosi anni Settanta, dove l’utopia era ancora possibile.

Franco Raggi

Nato a Milano nel 1945, dopo la laurea nel 1969 in architettura al Politecnico di Milano, collabora con lo Studio Nizzoli Associati, si dedica alla scrittura e al disegno, entra nella redazione di riviste di architettura e design come Casabella e Modo, che dirige dal 1981 al 1983, e progetta mostre per la Biennale di Venezia (1975-1976) e per la Triennale di Milano (1973-1985). Per la Triennale cura la sezione Raccolta del Design (1980), proposta per un futuro Museo del Design, la mostra Le case delle Triennale (1983) e la sezione Design nella mostra Il futuro delle Metropoli (1988). Partecipa alle attività dei gruppi del Radical Design e collabora poi con lo Studio Alchimia con cui realizza prodotti e mostre. Dal 1977 affianca all’attività di architetto quella di designer lavorando per marchi quali FontanaArte, Kartell, Poltronova, Barovier&Toso, Luceplan, Artemide, Danese e Zeus. Sue opere sono presso il Museo FRAC di Orleans, Il Centre Pompidou di Parigi, Il MoMA di New York, la Triennale di Milano e il Museo della Ceramica di Savona.   

Soggetto Francesca Molteni e Franco Raggi
Regia e montaggio Nicolò Amedeo e Flora Del Debbio
Coordinamento editoriale Roberta Busnelli
Producer Gaia Maritano
Grafica e color grading Martina Raimondi
Ricerca Archivi Studio Raggi Erika Baffico
Durata: 30 minuti
Lingua: italiano/inglese
Produzione: Muse Factory of Projects, 2025